“Se le anticipazioni fossero attendibili - aggiunge il dirigente sindacale - ci troveremmo di fronte ad una misura previdenziale temporanea, che si esaurirà in un triennio e che non potrà essere definita quota 100 perché il requisito dei 38 anni di contributi per l’anticipo pensionistico rimarrebbe vincolante a prescindere dall’età".
Ma, soprattutto, secondo la Cgil, non avrebbe nulla a che vedere con la “cancellazione” della legge Fornero che, "al contrario, resterebbe in vigore integralmente e che, anche nei prossimi tre anni, non migliorerebbe le condizioni di gran parte delle persone, soprattuto per chi ha fatto lavori discontinui e gravosi, le donne, i lavoratori precoci.” “Si sta parlando di misure, alcune anche condivisibili, - sottolinea Ghiselli - che comunque da sole non sono una riforma organica e socialmente sostenibile del sistema previdenziale italiano.”
“Vorremmo inoltre capire - prosegue la Cgil - se il decreto conterrà effettivamente la proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna, e un intervento risolutivo per gli esodati. Rispetto all’ipotesi di un blocco dei 5 mesi di incremento dell’aspettativa di vita per le pensioni anticipate, se questa misura venisse accompagnata da un sistema di finestre d’uscita esteso anche a queste pensioni verrebbe annullato quasi del tutto il beneficio e sarebbe una ulteriore promessa non mantenuta. Per il dirigente sindacale “solo attraverso un proficuo confronto si potrebbero valutare i diversi aspetti di una riforma che superi strutturalmente, per tutti, la legge Fornero, andando oltre le misure annunciate, forse utili sul piano mediatico, ma inique e non sostenibili sul piano sociale. Invece, da mesi - sottolinea - imperversano ipotesi e stime, promesse che alimentano aspettative, ma anche disillusioni e timori. Non c’è ancora nulla di concreto sul tavolo, se non le previsioni di spesa contenute nella legge di Bilancio, del tutto insufficienti se si volesse fare solo la metà delle cose ipotizzate”.
Anche la Cisl chiede chiarezza. La scelta di procedere con un decreto legge i cui contenuti sono ancora in discussione ed incerti non è felice - ricordano dal sindacato - perchè cambia le regole da un giorno all'altro gettando nello scompiglio lavoratori e pensionati.