Per quanto riguarda le pensioni il congegno è praticamente definito. Chi ha maturato il doppio requisito di un'età anagrafica di 62 anni e 38 anni di contributi, potrà lasciare il lavoro in anticipo ed andare in pensione. Ci saranno finestre mobili trimestrali con la prima che dovrebbe scattare il 1° aprile 2019. Per i dipendenti pubblici l'attesa sarà un pò più lunga, sei mesi, con le prime uscite a partire dal 1° luglio 2019. La misura avrà carattere sperimentale, durerà per un triennio 2019-2021, con l'obiettivo, per ora solo programmatico, di introdurre una finestra a 41 anni di contributi per tutti a partire dal 2022. Chi sceglie l'uscita anticipata avrà anche il divieto di cumulo reddito/pensione oltre i 5mila euro annui sino al perfezionamento dell'età pensionabile, cioè sino a 67 anni. Nessuna modifica sul meccanismo di calcolo della pensione.
Le altre modifiche in arrivo
Il pacchetto di modifiche alla Fornero si completa con la proroga dell'opzione donna, cioè la possibilità per le lavoratrici dipendenti ed autonome di uscire anticipatamente accettando il ricalcolo contributivo dell'assegno, e dell'Ape sociale per le categorie più disagiate (sino al 31 dicembre 2019 dall'attuale 31 dicembre 2018), il blocco retroattivo e definitivo dell'ultimo scatto della speranza di vita per le pensioni anticipate i cui requisiti resteranno pertanto 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi le donne; 41 anni i lavoratori precoci); la pace contributiva, cioè la possibilità di riscattare con maggiore semplicità i buchi contributivi tra un periodo e l'altro per i lavoratori privi di anzianità contributiva al 31.12.1995; norme specifiche per i fondi esuberi.
Anche per l'accesso alla pensione anticipata - al pari di quanto previsto per la quota 100 - saranno introdotte delle finestre di slittamento, dunque il lavoratore, a differenza di quanto accade attualmente, dovrà attendere tre mesi tra la data di maturazione del requisiti e quella di prima decorrenza del rateo pensionistico. Non sarà toccato il meccanismo che consente il cumulo gratuito della contribuzione mista. La bozza del governo non prevede, inoltre, alcuna modifica agli adeguamenti alla speranza di vita per la pensione di vecchiaia che dal 1° gennaio 2019 è salita a 67 anni dai precedenti 66 anni e 7 mesi così come la riduzione dei coefficienti di trasformazione dei montanti contributivi di cui alla legge 335/1995.
In questo contesto fluido va segnalato che alcune modifiche sul fronte previdenziale hanno preso la via della Legge di Bilancio. In particolare tra le principali misure, come già anticipato da PensioniOggi, sta debuttando il contributo di solidarietà alle pensioni d'oro; il taglio dell'indicizzazione dei trattamenti superiori a tre volte il minimo, la proroga dell'indennizzo ai commercianti per la cessazione definitiva dell'attività, una nuova proroga della mobilità e cassa in deroga.